La pedagogia dell'errore

Diceva Einstein: "Chi non ha mai commesso un errore, non ha mai provato nulla di nuovo." Purtroppo però nella scuola, spesso gli errori vengono addirittura segnati in rosso, caratteristica che di certo bene non fa, in quanto può avere effetti negativi anche sull'autostima degli studenti.

La pedagogia dell'errore

Come nasce la Pedagogia dell'Errore e in cosa consiste?

La Pedagogia dell'Errore è una forma di pensiero che vede il suo fiorire solo a metà del 900 con il contributo di Popper e in seguito di Perkinson.
Popper offre un nuovo tipo di approccio che muta l’errore in protagonista per quel che riguarda il percorso che porterà alla conoscenza.
La pedagogia dell'errore è una forma di educazione coscienziosa in relazione alla costruzione del sé e della conoscenza e acquisizione di competenze da parte dell'alunno, attraverso prove ed errori.
L'errore è un elemento importante che ci indirizza verso l'apprendimento. Gianni Rodari insegna che prima di correggere gli errori di grammatica, occorre correggere il mondo.
Maria Montessori invece afferma che l'errore bisognerebbe definirlo un signore perché grazie a lui si scoprono le cose e il nostro sapere migliora.

Qual è un esempio di valorizzazione dell'errore nel mondo dell’informatica?

Nel mondo dell’informatica l’errore viene associato al termine bug (letteramente insetto).
Il bug, molte volte, viene visto come un punto di partenza per migliorare un sistema informatico, una nuova opportunitá per rendere un’applicazione funzionante ancora migliore.
Un esempio di quanto sia importante lo si nota dal Microsoft Bug Bounty Program, un’iniziativa della Microsoft aperta a tutti dove é possibile segnalare un bug e, nel caso in cui il bug sará riconosciuto come tale, la Microsoft stessa vi ringrazierá con un premio in denaro (fino a $250,000!).

articolo scritto da
Paolo Laddomada,Dr.ssa Simona Schiavone